Cappuccetto rosso sangue

Ho visto recensioni non molto carine su questo film, a mio modo di vedere forse un po’ troppo severe, a me è piaciuto. Credo dipenda molto da che cosa ci si aspettasse, sicuramente ne hanno sbagliato la collocazione, horror non è poi cosi appropriato, sicuramente anche la traduzione italiana del titolo a cui hanno aggiunto la parola sangue non è servita a molto. Secondo me è una fiaba con retrogusto gotico, che è poi quel che mi aspettavo dal portare una fiaba sul grande schermo, ne più ne meno di tante altre che han fatto. E vista in quest’ottica l’hanno anche riportata bene, con tutte le parti in comune tra le varie versioni riportate in un contesto nuovo e vecchio allo stesso tempo.
E poi ci sono quegli alberi, maestosi stupendi, la foresta cupa con quei rami appuntiti, un ambientazione gotica perfetta a mio modo di vedere, come quella piccola casetta della nonna, isolata dal villaggio, quella nonna (Julie Christie) con una personalità cosi spiccata da fare una mantella rossa per la nipote, un colore cosi forte soprattutto accanto agli altri colori cupi e medievali del villaggio. Inoltre trovo bellissimo anche il trucco degli occhi di Valerie (Amanda Seyfried), li faceva risaltare in un modo divino.
Ammetto che ricreare il triangolo amoroso stile Twilight tra Valerie, Peter (Shiloh Fernandez) ed Henry (Max Irons) non era indispensabile, ma non rende nemmeno troppo pesante la storia che rimane comunque scorrevole e carina, anzi forse la rende leggermente nuova, altrimenti la storia di cappuccetto rosso conosciuta da tutti è anche fin troppo lineare. E’ vero che c’è comunque da capire chi è il lupo che potrebbe nascondersi dentro ognuno degli abitanti del villaggio, ma in questo modo ci sono due persone in più che potrebbero esserlo, e secondo me la regista è stata abbastanza brava da far cadere i sospetti su entrambi in modo convincente.
C’è la storia del lupo licantropo che molti criticano. In questo periodo sembrano proprio andare di moda, però per me la fiaba di cappuccetto rosso è quella in cui un licantropo è meno fuori posto, sembra creata apposta per questo. Alla fine un lupo che ti parla, che poi nella morale della fiaba originale non corrisponde fisicamente ad un animale, quanto ad uno sconosciuto, può diventare un lupo mannaro senza creare troppi stravolgimenti. Le storie di solo lupi mannari sono le migliori per me, trovo più artefatte quelle che mischiano vampiri e licantropi, troppa carne al fuoco, non so se riesco a farvi capire quel che intendo.
La storia in se mi piace, soprattutto il fatto che toglie le connotazioni caratteristiche della fiaba in cui i personaggi son ben definiti, qui il buono e il cattivo si confondono come è nella realtà. Il lupo non è cosi facile riconoscerlo, si confonde con la gente, non è il cattivo additato da tutti, come il cacciatore non è il buono per eccellenza, il suo fare da inquisitore del medioevo con metodi di tortura e uccisioni inutili nella sua caccia alla strega, non lo additano certo come un modello da seguire senza ombre. Mi piace anche come è finita la storia, un lieto fine che rimane però indefinito, non sono mai stata per il lieto fine per forza anche nelle fiabe da bambini.
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