Killashandra (crystal singer serie)
Sembra che in Italia libri di fantascienza che non siano quelli di Asimov non esistano, ammetto che sono molto belli, ma avevo voglia di leggere qualcosa di diverso e che non fosse fantasy che comunque adoro, ed eccomi tornare a leggere in inglese. E’ ormai diventata una mia abitudine, ma posso dire di essere riuscita in questo modo a trovare ed apprezzare alcuni libri che secondo me meritano di essere tradotti in italiano.
La serie di Killashandra di Anne McCaffrey mi ha letteralmente rapito in questo universo fatto di milioni di pianeti, visti da un punto di vista insolito, non propriamente umano, nonostante la protagonista sia una ragazza il simbionte a cui è legata, e che la rende molto più longeva del normale, la porta anche a dimenticare facilmente parti del suo passato, e di conseguenza a vivere tutto alla giornata e allo stesso tempo in base a fatti di secoli prima in un modo alquanto particolare.
Tra le prime cose che mi son detta, ecco finalmente un libro di fantascienza che si scosta dai robot e dal mondo di Asimov. Ho poi invece apprezzato tutto il mondo creato da Anne McCaffrey, l’ho trovato molto ben scritto e mi ha portato ad apprezzare anche altri libri dell’autrice. Abituata ai generi fantasy ho invece trovato la protagonista della serie Killashandra abbastanza antipatica come primo impatto, ma questo non ha poi impedito di affezzionarsi a lei.
Il mondo di Ballybran è descritto cosi bene, come son descritti meravigliosamente i crystal singer che vien voglia di essere li con loro, di essere uno di loro, anche se forse non avrei le caratteristiche adatte ad essere una suonatrice di cristalli, non sono infatti troppo intonata, figuriamoci poi avere un pitch perfetto.
Ho anche trovato decisamente originale questo modo di associare la musica alla scienza in un universo futuristico, che purtroppo ai nostri giorni è sempre pensato come un progresso di computer, scienza, freddi numeri e logica, invece di un progresso e valorizzazione dei tratti artistici che portano più calore umano alle cose. Forse questa originalità questa visione mi han confortato anche perchè il lavoro che faccio essendo principalmente legato all’informatica manca spesso di quello che in un dipinto è un tocco di colori caldi.
In tutto questo poi non manca l’amore, che rende più piacevole e leggero leggere le avventure di Killashandra Ree e Lars. Un amore con alti e bassi come in tutte le storie vere, ma che in qualche modo si ricuce e sopravvive, e visto che non si parla di una vita sola ma di molto più tempo da un messaggio di speranza e serenità che avvolge il lettore alla fine della serie.